Noi poeti, in linea con le nuove tendenze che emergono dalle differenti e svariate riviste, come quella espressa dal movimento ”Il Cavaliere azzurro” (G. Mannino) dal Sublimismo e da tutti quei piccoli e grandi movimenti che hanno a cuore il destino dell'umanità e la sua cultura e si oppongono tenacemente agli efferati meccanismi dei “barbarismi” moderni, riteniamo che:
1) La poesia è trasmissione della cultura come patrimonio collettivo dell'intera umanità.
2) L'arte e la poesia culturale trasmettono sempre un messaggio etico.
3) La poesia evita l'individualismo (espressione del minimalismo e dei movimenti post-neoavanguardia), è invece alla ricerca di un “canone collettivo e universalmente valido”, per questo adotta stilemi e forme classiche.
4) Non si vuole “stravolgere”, né “viziare” il lettore, ma solo “rieducarlo”, perciò il valore dell'arte è insieme formativo e informativo, darà un quadro della situazione presente ma mentre “informa” formerà “culturalmente” coscienze.
5) Il poeta ha a che fare con l'Infinito: proprio come lo scienziato ha a che fare con “il misterioso mondo dei quanti”. Una poesia sarà tanto più reale quanto più avrà una visione “globale” delle cose (Iperrealismo orfico).
6) “Poesia è poesia nel sistema aulico che focalizza”. Non siamo contro la prosa ma contro la “mescolanza” che compromette quella bellezza sonora come valore universale e “rieducativo” da trasmettere.
7) Al di là dei film, delle soap opere, dei fumetti, della pubblicità e degli stereotipati modelli narrativi la lirica deve ripristinare il valore che proviene dalla cultura.
8) Alla “presa di parole della subcultura” (Vattimo) il linguaggio aulico si oppone con il senso.
9) Siamo favorevoli all'originalità di uno “sperimentalismo” che nasce dal “rimescolamento” del senso cultuale. Al vuoto di un quadro di Pollock opponiamo “la creatività” come sintesi delle varie esperienze artistiche passate. (“L'originalità che nasce dal rimescolamento”)
10) Chi fa poesia culturale si oppone al “gregge”, al potere, alla “cultura di massa” etichetta dietro cui si cela una profonda ignoranza collettiva. Si oppone alla “dittatura del cattivo gusto” proclamata dai critici di parte votati al sistema.
11) Contro il post-minimalismo la poesia declama il “Nuovo Umanesimo”, l'immagine che dura oltre la “dissolvenza del tempo”.
12) Siamo a favore del “frammento”, della condensazione di immagini nel tratto breve. Proprio come riteneva Leopardi, l'infinito per essere compreso deve avere una forma semplice (aulica, ermetica, laconica, rimescolante, strutturata). Evitiamo, quindi, l'affabulazione, lo “spaesamento” e la “destrutturazione” vecchi parametri della neoavanguardia, nati da un profondo narcisismo che vuole “stravolgere” e “sbalordire” e non educare!
13) Il poeta insieme all'attore, al giornalista, al pittore, allo scultore, al filosofo, ecc. con il suo operare s'impegna a contrastare la “vacuità delle mode e a tracciare una ortologia delle parole e dell'immagine in grado di sconfiggere in parte la vanificazione del linguaggio e dell'arte.
14) La poesia ha bisogno di crescere, proprio come le altre arti, la pittura, la musica, il teatro ecc. Per farlo occorre uno “studio” che la caratterizzi, una scuola che la finalizzi, un istituto che la identifichi e una “società” che la rigeneri!
15) Il Culturale s'impegna a combattere le “lobby intellettuali” che promuovono la “dittatura del cattivo gusto”, quella che “imbarbarisce le masse” con vuote istallazioni, con “mediocri poesie esistenziali” e con tutta un'arte che si “adegua” al sistema, non “rivoluzionaria” e sovvertiva!
16) Il Movimento culturale si batte per una "rinascita poetica" che vada di pari passo con una acquisita e raggiunta "unità editoriale" che s'impegni a diffondere e a promuovere una lirica d'impegno sociale contro il banale e il superfluo che proviene dalla spettacolarizzazione e dagli stereotipati modelli narrativi promossi dalle grandi holding: tale unità formata essenzialmente dall'unione delle piccole casa editrice, è di vitale importanza per sconfiggere il vuoto dell'editoria legata al sistema.
Susanna Pelizza
Vito Sorrenti
1) La poesia è trasmissione della cultura come patrimonio collettivo dell'intera umanità.
2) L'arte e la poesia culturale trasmettono sempre un messaggio etico.
3) La poesia evita l'individualismo (espressione del minimalismo e dei movimenti post-neoavanguardia), è invece alla ricerca di un “canone collettivo e universalmente valido”, per questo adotta stilemi e forme classiche.
4) Non si vuole “stravolgere”, né “viziare” il lettore, ma solo “rieducarlo”, perciò il valore dell'arte è insieme formativo e informativo, darà un quadro della situazione presente ma mentre “informa” formerà “culturalmente” coscienze.
5) Il poeta ha a che fare con l'Infinito: proprio come lo scienziato ha a che fare con “il misterioso mondo dei quanti”. Una poesia sarà tanto più reale quanto più avrà una visione “globale” delle cose (Iperrealismo orfico).
6) “Poesia è poesia nel sistema aulico che focalizza”. Non siamo contro la prosa ma contro la “mescolanza” che compromette quella bellezza sonora come valore universale e “rieducativo” da trasmettere.
7) Al di là dei film, delle soap opere, dei fumetti, della pubblicità e degli stereotipati modelli narrativi la lirica deve ripristinare il valore che proviene dalla cultura.
8) Alla “presa di parole della subcultura” (Vattimo) il linguaggio aulico si oppone con il senso.
9) Siamo favorevoli all'originalità di uno “sperimentalismo” che nasce dal “rimescolamento” del senso cultuale. Al vuoto di un quadro di Pollock opponiamo “la creatività” come sintesi delle varie esperienze artistiche passate. (“L'originalità che nasce dal rimescolamento”)
10) Chi fa poesia culturale si oppone al “gregge”, al potere, alla “cultura di massa” etichetta dietro cui si cela una profonda ignoranza collettiva. Si oppone alla “dittatura del cattivo gusto” proclamata dai critici di parte votati al sistema.
11) Contro il post-minimalismo la poesia declama il “Nuovo Umanesimo”, l'immagine che dura oltre la “dissolvenza del tempo”.
12) Siamo a favore del “frammento”, della condensazione di immagini nel tratto breve. Proprio come riteneva Leopardi, l'infinito per essere compreso deve avere una forma semplice (aulica, ermetica, laconica, rimescolante, strutturata). Evitiamo, quindi, l'affabulazione, lo “spaesamento” e la “destrutturazione” vecchi parametri della neoavanguardia, nati da un profondo narcisismo che vuole “stravolgere” e “sbalordire” e non educare!
13) Il poeta insieme all'attore, al giornalista, al pittore, allo scultore, al filosofo, ecc. con il suo operare s'impegna a contrastare la “vacuità delle mode e a tracciare una ortologia delle parole e dell'immagine in grado di sconfiggere in parte la vanificazione del linguaggio e dell'arte.
14) La poesia ha bisogno di crescere, proprio come le altre arti, la pittura, la musica, il teatro ecc. Per farlo occorre uno “studio” che la caratterizzi, una scuola che la finalizzi, un istituto che la identifichi e una “società” che la rigeneri!
15) Il Culturale s'impegna a combattere le “lobby intellettuali” che promuovono la “dittatura del cattivo gusto”, quella che “imbarbarisce le masse” con vuote istallazioni, con “mediocri poesie esistenziali” e con tutta un'arte che si “adegua” al sistema, non “rivoluzionaria” e sovvertiva!
16) Il Movimento culturale si batte per una "rinascita poetica" che vada di pari passo con una acquisita e raggiunta "unità editoriale" che s'impegni a diffondere e a promuovere una lirica d'impegno sociale contro il banale e il superfluo che proviene dalla spettacolarizzazione e dagli stereotipati modelli narrativi promossi dalle grandi holding: tale unità formata essenzialmente dall'unione delle piccole casa editrice, è di vitale importanza per sconfiggere il vuoto dell'editoria legata al sistema.
Susanna Pelizza
Vito Sorrenti