La poesia è una ladra
|
Presentazione di Edvige Galbo |
Vito Sorrenti denuncia, in canto, il furto perpetrato a sue spese da una ladra deliziosamente insidiosa, la Poesia, che, senza lasciargli scampo, si è appropriata del suo tempo come delle sue "durate interiori" invadendoli. La poesia di Sorrenti non prescinde dalla Storia e muove dagli stessi principi: i contenuti delle liriche tradiscono un forte legame con gli accadimenti della cronaca odierna e i versi prestano luce alle realtà di grande dolore, ormai opacizzate dagli schermi televisivi. Le vittime del lavoro e l'avvento delle nuove Medee ("Trittico delle morti bianche", "La neve e lo scempio") sono al centro della riflessione del Poeta che le incastra sapientemente in Espressione, nondimeno, "La poesia è una ladra" è, altresì, un racconto di vita, il diario di un uomo che crede e cerca nei versi lirici un riparo dalle banalità e dagli ideali svenduti di una società in cui il baudrillardiano "tutto che si vede" cancella il senso. In "Threnos" il poeta dà voce al "mistero della polvere" e, a partire dalla "notte fonda" e dal "silenzio infinito", leva il commovente lamento delle ombre che non più si rallegrano e non più si allietano, triste "misura della miseria morale della società del duemila", anime ingiustamente schiantate al suolo dai rostri che "lacerano il petto" ("Preghiera dei lavoratori precari").
Continua... |
Recensione di Sandro AngelucciLIBRI IN VETRINA Recensioni e Note di Lettura
|
C'è un testo, tra quelli contenuti nella raccolta, che riteniamo possa essere considerato chiave della recente fatica poetica di Vito Sorrenti: stiamo parlando di Verranno altri, una poesia che mette in luce - a nostro modo di vedere - il movente, la ragione determinante dell'elaborazione di questi versi. Leggiamola, per esteso, così che più chiaro si esplichi il nostro pensiero: "Verranno altri / e varcheranno l'oltre. / E l'occulto, l'astratto, il celeste / non avranno più segreti / per l'umana stirpe / che s'involerà come saetta / verso l'estremo limite del tutto. / Ma la morte. . . / La morte non sarà sconfitta / ché solo la morte / rende possibile la vita / in questo abisso di ferocia.". Cosa se ne arguisce? Senz'altro, in prima istanza, che il Nostro è profondamente amareggiato e deluso dall'uomo, dal suo comportamento irriverente nei confronti del mistero esistenziale, dalla cupidigia che ne connota le scelte e dall'efferatezza con cui risolve gran parte delle proprie azioni. La disperazione però - sebbene costantemente presente ed angosciata - non è mai totalmente inclusiva, nel senso che lascia comunque aperta la porta ad un moto di speranza; si tratta tuttavia di una possibilità extracorporea, ultraterrena e quasi paradossale per il comune senso delle cose. Continua...
|
Recensione di Susanna PelizzaLIBRI IN VETRINA Recensioni e Note di Lettura
|
Una delle voci poetiche più interessanti del panorama attuale, è decisamente quella di Vito Sorrenti. Autore nato a Polia (VV) e residente a Sesto San Giovanni, con le sue opere ( Gocce d'amore (1994), Vagando con la mente (2002), Poesie (2008), Amebeo per Euridice 2009) ci regala un quadro decisamente interessante sull'essenza della stessa poesia, pronta a sfondare i muri del silenzio e dell'indifferenza per venire fuori nella perfezione allegorica delle parole. Con questa sua ultima fatica "La poesia è una ladra" (Tindari-Patti) si avverte l'esperienza del dolore nell'espressività del tratto e nello stesso tempo si sente al di là di questo, la volontà di rivincita, nel rivendicare il diritto di testimoniare. La stessa dottoressa Edvige Galbo nell'introduzione afferma che "la poesia di Sorrenti non prescinde dalla storia e muove dagli stessi principi: i contenuti delle liriche tradiscono un forte legame con gli accadimenti della cronaca odierna e i versi prestano luce alla realtà di grande dolore, ormai opacizzate dagli schermi televisivi" (pag.7 op.cit.) e io aggiungerei a questa opacizzazione anche l'aspetto più inquietante di una controcultura che tende ad "evaporizzare" i contenuti, ad addolcire, sulla linea di una leggerezza che svuota. In Vito Sorrenti non c'è tutto questo. Continua...
|